New
York.
Una vivido Sole cominciò a illuminare gli imperiosi palazzi di
vetro che compongono Manhattan. Lentamente la vita della città,
mai realmente addormentata, cominciò ad aumentare di consistenza.
I taxi sfrecciavano lungo le avenue, fermandosi ai semafori, imprecando
contro gli autisti privi del rispetto del codice della strada. In lontananza
la sirena di un'ambulanza testimoniava un altro problema per la ER di
zona. Anche i bus e le auto dei dipendenti riempirono le larghe strade,
mentre enormi masse di persone sbucavano dalle uscite delle metropolitane.
Un
camioncino blu cobalto si infilò in un vicoletto di servizio
fra due grattacieli, per poi fermarsi a metà percorso. L'uomo
accanto all'autista scese, calcandosi il cappello bene sulla testa per
coprire il più possibile i lineamenti di uno degli uomini più
ricercati d'America, ovvero Frank Castle, il Punitore.
Si avvicinò allo sportello posteriore e lo aprì. Al suo
interno vi erano mezza dozzina di uomini armati fino hai denti. Erano
arrrivati poche ore prima da un'altra sede del Regno, la misteriosa
organizzazione che, stando alle parole di padre O'Neill, ha deciso di
non porgere l'altra guancia al crimine.
- Siete pronti? - chiese loro.
- Si, - rispose quello che sembrava il loro capo - ma non abbiamo capito
come dobbiamo agire esattamente!
Frank indicò una piccola porticina.
- Porta direttamente al garage di questo grattacielo. Lì c'è
un montacarichi per niente sorvegliato. Non ci sono nè telecamere
nè sensori.
- La situazione potrebbe essere cambiata. - obbiettò l'altro.
- Non lo è, ne lo sarà mai.
- Perchè mai?
- Perchè quel montacarichi non ha sbocchi al piano che ci interessa,
ma solo agli ultimi dieci. E non hanno mai installato sistemi di sorveglianza.
- E saliremo fino agli ultimi per riscendere? Non sarà pericoloso?
Frank sorrise.
- Poca fede per uno del Regno. - ironizzò, prima di invitarli
a scendere.
I sei uomini uscirono. Uno di loro lanciò un'uzi e una carabina
a Frank. Poi quest'ultimo con un calcio spalancò la porticina.
Vi si inoltrò, seguito dagli altri uomini, scese un paio di rampe
di scale, fino a giungere ad un ampio parcheggio, ancora vuoto.
- Muoviamoci lungo questo lato. - disse agli altri, camminando seguendo
il muro - Le auto scendono dal lato opposto e non ci vedranno.
Dopo 100 metri giunsero al montacarichi. Frank premette il pulsante
e la porta si aprì subito. I sette uomini entrarono.
- E' un po' stretto! - disse uno di loro.
- Non mi sono mai posto il problema, visto che in genere lavoro da solo!
Mentre il montacarichi saliva lentamente, Frank si soffermò a
pensare al fatto che non aveva quasi mai agito in squadra, o perlomeno
non in questo modo, a capo di un gruppo di vigilantes. Una sensazione
di straniamento lo avvolse mentre sentiva il respiro teso degli altri
uomini del commando. Scrollò la testa, quasi a scacciare i pensieri,
e si concentrò sulla missione. Sul muro che scorreva davanti
a lui passavano con una certa frequenza dei numeri, indicanti il piano
in cui si trovavano. Improvvisamente Frank premette il tasto STOP sul
montacarichi, fermandosi al 37mo piano.
- Dammi le microcariche. - disse ad uno degli altri, che subito gli
porse due piccole scatolette grigie con un pulsante su ognuna di esse.
Frank le attaccò alla parte alta del muro, poi si voltò
verso gli altri. - Giratevi!
Non le fecero ripetere, girandosi e coprendosi le orecchie. Frank premette
i due pulsanti contemporaneamente, per poi girarsi anche lui di scatto.
Le cariche esplosero, ma fu più il rumore che l'effetto: infatti
il loro scopo era quello di crepare il muro su cui era state agganciate,
e ci erano riuscite benissimo. Frank si girò, afferrò
il fucile per il calcio e diede un vigoroso colpo al muro, bucandolo.
In pochi attimi il furo si era ingrandito abbastanza da permettere al
commando di passare dall'altra parte, e di ritrovarsi davanti agli uffici
dell'Atmed.
Ufficio
di Kenny McRonald.
Il leggero tremolio mise Terminatore in guardia.
- Sono arrivati! - disse lapidariamente.
Kenny lo fissò incuriosito.
- Come puoi dirlo? Gli ingressi sono tutti presidiati e non si è
visto nessuno!
Terminatore non si voltò a guardarlo.
- Prepara i tuoi uomini! Lui è qui! - disse.
Appena finito di dirlo si udì un crepitio di mitra all'ingresso,
accompagnato dalle urla delle segretarie.
- Datti da fare con il tuo aiuto, perchè ci servirà presto!
- disse Terminatore, mentre si dirigeva verso l'ingresso.
- Vai da solo?
- Sono più che sufficiente! E se non bastassi, prega affinchè
il tuo aiuto
sia valido!
Kenny sorrise.
- Certo che lo saranno... non hai idea di cosa si tratta!
Terminatore fissò le 4 figure silenziose sedute sul divano in
fondo all'ufficio, poi scrollò le spalle ed uscì.
Frank
si affacciò di colpo nel corridoio, prendendo di sorpresa due
guardie e uccidendole con una sventagliata di mitra, per poi nascondersi
dietro un pilastro per evitare una raffica. Anche gli altri uomini della
squadra erano nascosti per non farsi colpire dai proiettili dei nemici.
- Non abbiamo molto tempo! - disse il capo della squadra - Presto potrebbe
arrivare qui la polizia!
Frank annuì, mentre sparava una raffica alla cieca verso il corridoio.
- Infatti io mi lancerò verso il bancone, sparando verso il corridoio
che ho difronte e quello alla vostra destra, così da darvi la
possibilità di prendere quello in fondo, che sembra sguarnito.
- Ma è un suicidio!
Frank sorrise.
- Al mio tre...
Gli uomini del commando si fissarono.
- Uno...
Il capo del commando fissò Frank.
- Due...
Frank alzò il pollice verso il capo della squadra, che ricambiò.
- TRE! - urlò, lanciandosi nello spazio tra il pilastro e il
bancone. Erano circa 7 metri, percorrendo i quali il Punitore fece quello
che aveva promesso che avrebbe fatto: sparò ripetute raffiche
nei due corridoi, uccidendo un paio di guardie e costringendo le rimanenti
a ripararsi, mentre il commando del Regno entrava nel corridoio libero.
Raggiunse il bancone, ma mentre stava per ripararsi un calcio lo colpì
in pieno petto, facendolo volare di qualche metro indietro. Gli uomini
di McRonald si avvicinarono, ma la figura che l'aveva colpito fece cenno
loro di fermarsi.
- Occupatevi degli altri uomini! Presto! - disse loro, e questi ubbidirono.
Poi Terminatore, era lui quello che l'aveva colpito, si abbassò
su Frank,
schernendolo.
- Ci si rivede! - disse, ma Frank lo colpì sul volto metallico
con un calcio, facendolo indietreggiare.
Si alzò e cerco di colpirlo con un gancio, ma l'avversario afferrò
il braccio per poi colpirlo con una rapida sequenza nello stomaco, con
una ginocchiata, e sul volto, con una gomitata, per poi lasciargli il
braccio. - Non essere irruento, Frankie! - sospirò.
Frank sbuffò, leggermente stordito, poi si lanciò contro
di lui a testa bassa, colpendolo in pieno stomaco e scagliandolo contro
il muro. Si allontanò e spiccò un breve balzo, pronto
a colpirlo all'altezza del collo, non protetto dalla maschera, con un
poderoso calcio, ma Terminatore inclinò rapidamente la testa,
mentre col braccio sinistro colpiva violentemente l'interno coscia del
Punitore, facendolo roteare a mezz'aria e rovinare a terra.
Gli andò alle spalle e, prima che potesse rialzarsi, lo afferrò
per i capelli.
- Mi piace come stai giocando! - gli sibilò nell'orecchio.
Tirò la testa in alto e la fece sbattere a terra con violenza.
- Ti piace come gioco io? - disse sorridendo.
Tirò ancora la testa di Frank per i capelli, ma prima che potesse
sbatterla ancora contro il pavimento Frank afferrò il suo braccio
e lo storse. Un leggero gemito uscì dalla bocca di Terminatore
mentre il Punitore rapidamente si rialzava e lo scagliava di testa contro
il bancone. Ci fu un sonoro rumore metallico. Terminatore si girò
verso Frank, mettendo in luce una crepa sulla maschera.
- Ti piace il mio gioco vero? - disse Frank mentre lo caricava - Goditelo
fino in fondo!
Terminatore non riuscì a scansarlo e l'impatto fu terrificante:
il bacone si ruppe e i due franarono su un monitor, facendolo saltare,
e finirono a terra. Frank si sedette sullo stomaco del Terminatore e
gli afferrò la maschera.
- Ed ora vediamo chi sei...
Terminatore non oppose resistenza, e fissò con uno sguardo duro
il suo avversario mentre sfilava la sua maschera. Frank l'osservò
con uno sguardo indecifrabile, poi lentamente spalancò gli occhi.
- Non è possibile... tu sei...
In quel momento il rumore di armi da fuoco che li aveva accompagnati
durantelo scontro tra i due come musica di sottofondo cessò,
sostituito da grida di terrore che fecerò gelare il sangue del
Punitore e del suo avversario. I due rimasero fermi, con la testa girata
verso il corridoio che portava all'ufficio di McRonald. Dal fondo del
corridoio si sentì un rumore di passi stentati, accompagnati
da qualcosa che strisciava per terra. La figura umana di una donna anoressica
e dal corpo pieno di buchi di proiettile apparve lentamente davanti
a loro mentre tirava con se un braccio staccato di uno degli uomini
del commando. La donna si fermò, e solo allora Frank si rese
conto dei suoi occhi vaganti nel vuoto. Rimase perplesso e ritornò
ad osservare il suo avversario, che gli ricambiò lo sguardo.
Poi da dietro la donna apparirono altre tre persone, tutte apparentemente
malaticcie e tutte crivellate di colpi.
In quel momento il telefono sul bancone squillò, col tipico squillo
della chiamata interna. Frank meccanicamente sollevò la cornetta
e l'avvicinò all'orecchio.
- Sei morto Frank Castle! - disse Kenny McRonald dall'altro lato del
filo, nel suo ufficio, accompagnando la frase con una profonda risata.
Note:
una nuova storia ricca di azione, col il ritorno dei "killer perfetti",
mentre l'identità di Terminatore viene svelata, o meglio lo sarà
sul prossimo episodio, dove riveleremo il segreto di McRonald. Vi informo
inoltre che dal prossimo mese inizia Inferno2,
il maxicrossover che impegnerà quasi tutte le serie MarvelIT;
ebbene, anche Punisher si intreccerà a questa
saga, e dopo di essa subirà un profondo stravolgimento che spero
apprezzerete. Buona lettura! |